concordato preventivo biennale

Il Concordato Preventivo Biennale per le Partite IVA dal 2024. Per sceglierlo c’è tempo fino al 15 ottobre

Il 25 gennaio 2024, il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legislativo rivoluzionario, introducendo il concordato preventivo biennale per le partite IVA. Questa misura rappresenta un cambiamento significativo nel modo in cui professionisti e imprese interagiscono con il Fisco italiano. In questo articolo, esploreremo come funziona questo sistema e quali sono i vantaggi per i titolari di partita IVA.

Funzionamento del Concordato Preventivo Biennale. Il Concordato Preventivo Biennale permette ai titolari di partita IVA di concordare in anticipo con l’Agenzia delle Entrate le imposte dovute per i successivi due anni. Questo accordo può essere rinnovato, offrendo una maggiore prevedibilità finanziaria. Inoltre, il reddito aggiuntivo non sarà soggetto a tassazione, e in caso di calo significativo dei redditi, l’Agenzia delle Entrate potrà considerare la revoca del piano.

Vantaggi del Concordato. Tra i principali vantaggi di questa misura ci sono la riduzione dell’incertezza fiscale e la possibilità di una pianificazione finanziaria più accurata. Per le partite IVA, significa conoscere in anticipo l’ammontare delle tasse da versare, evitando sorprese e aiutando nella gestione del flusso di cassa.

Scadenze e requisiti. Il decreto introduce cambiamenti nelle scadenze per l’adesione e nei requisiti di accesso. Una novità importante è l’eliminazione del vincolo del punteggio ISA minimo per partecipare. Inoltre, i titolari di partita IVA hanno tempo fino al 15 ottobre 2024 per aderire alla proposta del Fisco.

Effetti per chi accetta la proposta del fisco. Accettando la proposta dell’Agenzia delle Entrate, i titolari di partita IVA dovranno dichiarare gli importi concordati nelle dichiarazioni dei redditi e IRAP dei due anni successivi. In caso di discrepanza tra i redditi reali e quelli concordati, non ci saranno modifiche al calcolo delle imposte.

Cessazione e decadenza. Il concordato può cessare o decadere in determinate condizioni, come la modifica dell’attività svolta o la cessazione dell’attività stessa. Inoltre, sono previste decadenze per attività non dichiarate o in caso di modifiche significative nelle dichiarazioni dei redditi.

Vista la portata significativa della norma per tutti i titolari di partita iva, prima di procedere a effettuare qualsiasi cambiamento operativo nella gestione della propria posizione fiscale, consigliamo di attendere che l’Agenzia delle Entrate emetta le prime istruzioni operative. Vi terremo come sempre informati su questo.

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Foto di Ralph da Pixabay